


Nonno Abelardo volontario in Casa Residenza Anziani
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il lunedì ed il mercoledì mattina.
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Chi sono
Alcune Filastrocche di Nonno Abelardo
L’UTILE E IL DILETTEVOLE
Questa per me è una occasione notevole
nella quale si unisce l’Utile al Dilettevole.
L’Utile, lasciatemelo dire, davvero lodevole,
è “il raccolto” che sarà destinato
ad iniziative per aiutare il malato
di disturbi cognitivi, affiancato
da coloro che se ne prendono cura
perché la loro quotidianità sia un po’ meno dura.
Dilettevole, ed è questa altra cosa sicura,
(scusate la presunzione)
sarà la lettura di questa composizione,
questa raccolta che non è una semplice compilazione
ma piuttosto uno strumento per fare alcune riflessioni
“ma anche” come diceva il buon Veltroni,
per sorridere alla vita, ai suoi lampi ed ai suoi tuoni!
Per finire, di Oriano Ferrari un’ultima citazione:
“Di questo lavoro sono orgoglione”
Ovvero orgoglioso, ma ne avrò ragione?
A voi la sentenza ed un ultimo suggerimento
che di darvi davvero mi sento:
“Poco prima di pagina cento,
quando a pagina 94 arriverete,
fermatevi un attimo e attentamente leggete.
Sono certo che ci aiuterete!
IL PESCIOLINO ROSSO
Me ne sono accorto, d’un tratto, un mattino,
quando ho ritrovato nel freezer un calzino.
Chi ce lo ha messo?…… ed è un lampo…
ed ho capito di non aver più scampo.
A volte son calmo, o allegro e giulivo,
altre volte del senno sono privo.
Davvero, credetemi, faccio quel che posso,
ma ho la memoria di un pesciolino rosso!
A volte son cosciente
ed ho davvero paura;
altre volte non so niente
ed è un po’ meno dura.
Chi è quel “tedesco”
che mi ha fatto perdere la testa?
Ricordare non riesco.
Alzheimer, e altro non mi resta
che nel tunnel sempre più avanzare
dal quale non si può più ritornare.
Gli ultimi momenti di lucidità
sono uno strazio: chi mai sarà
che di me si prenderà cura?
Quanto sarà la sua vita più dura?
Quanto resisterà senza giudicare?
Quanto “carico” saprà sopportare?
Quante domande nell’ultimo sprazzo
di lucidità…..se fossi pazzo….
O forse già lo sono……….
Vorrei chiedere perdono
per l’enorme sofferenza
che sto causando. E la pazienza,
che so non essere infinita,
sia un “segnale” per la vostra vita.
Tirate la cordicella del paracadute,
pensate soprattutto alla vostra salute
che tanto noi ormai siam destinati
all’oblio dei sensi e dei verdi prati
nel misterioso mondo della mente
chiusa in se stessa, da cui non esce niente.
Triste davvero questo destino
svelato dalla scoperta del calzino.
Drammatico alla presa di coscienza
ma poi dissolto lentamente senza
che alcun intervento vi possa influire
e l’oblio è il nostro divenire.
Un accorato appello, prima che il buio scenda,
che si chiuda sulla vita questa “tenda”:
non giudicate,
fatelo per voi;
non insegnate,
non impariamo più noi.
E soprattutto pensate
a voi stessi e rispettate
il ciclo normale della Natura,
Madre o Matrigna, in questo caso dura.
Solo così anche noi staremo “bene”
e le nostre occulte e strane pene
forse saranno, chi lo sa, alleviate.
La vostra salute rispettate!
Ecco…….lo sento, arriva il “tedesco”
mi prende la mente……esco!
Son fuori, dal balcone, dalla testa.
Son dentro, forse, a una tempesta.
Vi lascio, con una speranza nel cuore,
…mai più calzini nel congelatore!
Nota:
Senza data, non è determinante
Anche l’autore non è forse così importante.*
Il problema, anzi il casino, è che sono tante,
le storie come questa e sempre di più saranno,
e a noi purtroppo non resta che “limitare il danno”!
‘*Liberamente tratto da una lettera di cui purtroppo non ho più trovato traccia.
I saluti di buona estate 2020 di Nonno Abelardo
